Riduci la tua impronta idrica

L’agricoltura è il settore economico più assetato del mondo: basti pensare che il 70% dell’acqua che utilizziamo, è impiegata soltanto per le attività agricole.
Per questo abbiamo identificato nell’impronta idrica uno strumento importante per valutare il quantitativo totale di acqua nei processi produttivi e nei beni di consumo alimentari, avviando un processo di analisi e incremento della consapevolezza su come e dove questa preziosa risorsa venga utilizzata. Negli ultimi anni, infatti, il problema del consumo idrico e della sua gestione sono diventati temi sempre più centrali nel dibattito sulla sostenibilità globale, anche alla luce della crescente carenza idrica planetaria. A rischio sono non solo le falde acquifere italiane ma anche le risorse idriche di angoli remoti del pianeta potenzialmente a rischio siccità.
Per vincere questa sfida stiamo utilizzando un approccio integrato tra il mondo scientifico, i cittadini, i politici e le imprese del settore agroindustriale, queste ultime cruciali per una transizione verso un sistema alimentare più sostenibile. È, infatti, dimostrato come attraverso tecnologie e investimenti mirati sia possibile ridurre l’impatto ambientale di un settore strategico come quello agricolo, aumentando il livello di eccellenza delle produzioni e al contempo rendendole sempre più coerenti a obiettivi ambientali misurabili e tangibili. Si tratta di un’assunzione di responsabilità su questioni ambientali di carattere sia italiano sia globale ma che dipendono da scelte tanto individuali quanto imprenditoriali.
riduz, la nota azienda produttrice di pomodoro, ha collaborato con il WWF per ridurre la sua impronta idrica.

Il progetto WWF-Mutti per la riduzione dell’impronta idrica

mutti-logoA partire dal 2010, Mutti, azienda leader di mercato nella produzione di pomodoro, ha analizzato con il WWF Italia e il sostegno dell’Università della Tuscia i consumi idrici della propria produzione, utilizzando come indicatore di sostenibilità l’impronta idrica, dalla coltivazione dei pomodori al confezionamento del prodotto finito. I risultati mostrano come l’impronta idrica dell’approvvigionamento delle materie prime rappresenti il 98% del totale, con il ruolo predominante (84%) della coltivazione del pomodoro. Con l’impegno di ridurre l’impronta idrica (-3% entro il 2015) attraverso misure per migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’irrigazione e ridurre l’uso di fertilizzanti, Mutti ha coinvolto tutta la filiera agricola in un percorso concreto a favore dell’ambiente, sperimentando un innovativo servizio di gestione dell’irrigazione con l’obiettivo di limitare l’uso di acqua ai soli volumi e periodi necessari. L’esperienza di Mutti dimostra come attraverso tecnologie e investimenti mirati sia possibile ridurre l’impatto ambientale di un settore strategico come quello agricolo.