Impatto dell’allevamento

L’allevamento può avvenire secondo pratiche e modelli intensivi o estensivi. L’allevamento intensivo avviene esclusivamente con animali mantenuti in stalle e alimentati con mangimi elaborati, come farine di origine vegetale (mais o soia), di origine animale (di carne e di pesce) o fieno (erba medica). L’allevamento estensivo invece prevede il mantenimento degli animali al pascolo brado dalla primavera all’autunno e la permanenza in stalla solo dal tardo autunno all’inizio della primavera. L’alimentazione di questi animali avviene prevalentemente da foraggio fresco.
L’allevamento estensivo è caratterizzato da un rendimento molto inferiore rispetto a quello dell’allevamento intensivo e per questo l’elevato consumo di carne (circa 90 kg l’anno per l’italiano medio) non sarebbe mai sostenibile dal solo allevamento estensivo. D’altra parte, sebbene una dieta vegetariana sia complessivamente più sostenibile, la completa eliminazione della carne proveniente dall’allevamento estensivo comporterebbe la perdita di specie ed habitat associate a questa pratica tradizionale. Mantenere sul territorio forme di allevamento estensivo pertanto, permette la conservazione di molte specie ed habitat naturali. È necessario però garantire un equilibrio: l’eccessiva pressione del pascolo causa l’erosione del suolo, una bassa pressione comporta l’evoluzione della vegetazione in bosco e la scomparsa del pascolo.