Tra le tante attività che contribuiscono a questi cambiamenti, grande responsabilità è da attribuire anche a come si produce e si consuma il cibo. Per tutti gli esseri viventi il cibo è necessario per vivere, ma la qualità, la quantità e la tipologia di questo cibo possono influire molto sullo stato di salute, sia nostro sia dell'ambiente.
Questo significa che è necessario scegliere ogni giorno un'alimentazione che sia sostenibile per il nostro pianeta e fonte di benessere per gli individui sempre più affetti da malattie legate a una cattiva o eccessiva alimentazione.
1 Acquista prodotti locali
4 buoni motivi per acquistare "locale":
- compri prodotti freschi
- sostieni l´economia locale e le filiere italiane
- riduci le emissioni di CO2 limitando i trasporti
- privilegi prodotti tipici e varietà nostrane, spesso a rischio di estinzione
Acquistare locale vuol dire privilegiare la filiera corta, cioè ridurre i passaggi tra i produttori e i consumatori, eliminando gli intermediari, con duplice vantaggio di contribuire a mantenere un reddito adeguato agli agricoltori italiani e, a parità di qualità degli alimenti, spendere meno.
Filiera italiana è il prodotto alimentare le cui materie prime derivano dall'agricoltura italiana e il cui processo di trasformazione avviene totalmente nel nostro Paese. L´importazione di prodotti agricoli, in Italia, produce 13,35 milioni di tonnellate di CO2 eq l´anno e rappresenta il 67% delle emissioni dovute ai trasporti. Per la loro stessa natura i frutti tropicali (tra cui le banane, prodotto tipicamente importato) vengono da lontano e per arrivare nei nostri carrelli percorrono enormi distanze in aereo dove, peraltro, vengono mantenuti refrigerati per garantirne il buono stato di conservazione. Ciò ha un prezzo, prima di tutto, ambientale a causa delle elevate emissioni di CO2 che comporta. È, infatti, evidente come più lungo sia il viaggio effettuato da un alimento, maggiori siano i suoi consumi di energia e le emissioni di gas serra associate. Anche all´interno del nostro Paese le stime mostrano come il 98% della produzione agricola fresca venga trasportata a distanze superiori a 50 km dal luogo di produzione.
Cerca di orientare quanto più possibile le tue scelte verso le varietà di frutta e verdura italiane e prodotte nella tua zona. Infatti, il patrimonio genetico delle specie animali e vegetali domestiche (l'agrobiodiversità) si è notevolmente ridotto negli ultimi decenni, sotto la spinta dell'aumento della produttività e dei profitti. Ciò ha comportato la selezione di un numero limitato di varietà di piante da coltivare e di razze animali da allevare tutte caratterizzate da un elevato rendimento. L'agrobiodiversità rischia quindi di impoverirsi a causa delle monocolture e della diffusione degli Ogm, perdendo la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali in atto. In quest'ottica riscoprire colture di nicchia ormai dimenticate, prodotti locali per i quali la distribuzione non si sviluppa su grande scala, rappresenta una scelta importante per la salvaguardia dell'ambiente.
2 Mangia prodotti "di stagione"
Se mangiare frutta e verdura è importante, altrettanto importante è mangiarle nel momento giusto. La frutta e la verdura hanno una propria stagionalità. In natura le specie animali si nutrono in maniera diversa a seconda delle stagioni e questo è importante per la conservazione degli ecosistemi. L'uomo, grazie alla tecnologia e alle importazioni, può potenzialmente mangiare in ogni momento dell'anno qualsiasi alimento mentre uno dei principi più importanti di una dieta sana ed equilibrata è proprio la varietà.
Consumare frutta e verdura di stagione aiuta a rispettare questo principio. Inoltre i prodotti di stagione, soprattutto se locali, impiegano poco tempo per arrivare sulle nostre tavole mantenendo così un più elevato contenuto di vitamine e nutrienti rispetto a quelle che, fuori stagione, devono fare molta strada e permanere nei frigoriferi prima di giungere ai banchi del supermercato. Associate agli aspetti salutistici ci sono le questioni ecologiche: i prodotti di stagione aiutano l'ambiente perché in generale determinano minori emissioni di carbonio.
La produzione in ecosistemi artificiali o in serre richiede un´enorme quantità di energia per il mantenimento delle temperature di coltivazione, energia che viene prodotta in massima parte con l´impiego di combustibili fossili. È il caso del pomodoro dove, per la coltivazione in serra, il fattore di emissione è circa 60 volte superiore a quello della coltivazione in campo. In inverno, una buona soluzione per ridurre il consumo di pomodori freschi sta nell´usare le conserve e limitare al massimo le insalate, mangiando altre verdure e provando ricette diverse.
3 Diminuisci i consumi di carne
Che le automobili fossero responsabili dei cambiamenti climatici è noto a tutti, ma pochi sanno che l'allevamento genera molti più gas serra dell'intero settore dei trasporti classificandosi tra le maggiori cause di aumento di temperatura media terrestre. Certamente qualsiasi alimento che consumiamo, comprese frutta e verdura, implica dei costi ambientali, ma tali costi per la produzione di vegetali sono molto inferiori a quelli della produzione di carne e altri alimenti animali.
Questo è particolarmente vero per i ruminanti (bovini in special modo) le cui elevate emissioni, soprattutto di metano, sono determinate da:
- i processi digestivi dovuti alle caratteristiche intestinali degli animali
- la gestione del letame
- la quantità e qualità del mangime somministrato.
In media per ogni kg di carne che si ricava da un animale, quell'animale deve mangiare mediamente 10 kg di vegetali, appositamente coltivati, con uno spreco enorme di terreni fertili, energia, acqua oltre all'emissione di sostanze chimiche, altri inquinanti e gas serra.
Se non vuoi rinunciare alla carne, cerca almeno di ridurre il numero di volte in cui la mangi a settimana e le porzioni, consumando carne di migliore qualità (prodotta localmente con metodi di allevamento estensivo) e scegliendo quei prodotti che veramente ti piacciono e di cui non puoi fare e meno e sostituendo il resto con altre fonti proteiche.
4Scegli i pesci giusti giusti!
- PREDILIGI il pesce pescato, rispetto a quello di acquacoltura
- SCEGLI specie non in pericolo di estinzione.
- RISPETTA la regola della taglia minima di vendita delle specie
- DAI LA PRECEDENZA al pescato locale, diversificando le specie
- CONSIDERA la stagionalità delle specie
Le risorse ittiche non sono illimitate. Molte specie sono eccessivamente sfruttate.
Sulle tavole dei consumatori italiani arriva pesce da tutto il mondo. Nessuno si chiede da dove vengano sogliole, scorfani o rane pescatrici. In Italia, quasi nessuno mangerebbe una specie terrestre a rischio d´estinzione, mentre spesso questo avviene quando si consuma del pesce come il baccalà o il sushi di tonno rosso. Mangiamo tonno pinne gialle in scatola proveniente dalle aree subtropicali del Pianeta, mentre il tonno rosso del Mediterraneo va praticamente tutto venduto in Giappone. Tonni che ormai migrano più da morti che da vivi. Con annesse emissioni di CO2, dovute a refrigerazione e trasporti, non indifferenti. Sulle nostre tavole arriva anche pesce d´allevamento, che rappresenta una buona fonte di produzione di proteine ma, essendo l´acquacoltura un´attività complessa, presenta delle criticità con talvolta impatti sull´ambiente non trascurabili. Infatti, le normali attività produttive di acquacoltura comportano una continua immissione (diretta o indiretta) di elevate quantità di nutrienti e di farmaci negli ecosistemi acquatici.
Tra le cause dell'impoverimento degli stock ittici e la compromissione degli ecosistemi marini ci sono gli sprechi in mare: ogni giorno c'è un'enorme parte di pescato che viene rigettato in mare post mortem perché inutile al mercato, conseguenza di sistemi di pesca non selettiva e di un mercato miope che condanna o esalta solo determinate specie. Su 100 kg di pescato in media si trattiene solo il 25% il restante viene rigettato in mare. Eppure in tutta Italia tante sono le ricette tradizionali da nord a sud che si basano sul pesce cosiddetto "povero". Utilizzare questo tipo di pesce può centrare tre risultati: ridurre degli sprechi in mare e quindi minore insostenibilità delle attività di pesca, realizzare una cucina gustosa e sana (perché il pesce è povero solo di contaminanti ed è, invece, molto ricco di sapore e di grassi essenziali - tra cui gli Omega 3 - ritenuti ottimi agenti di prevenzione delle malattie del sistema cardiocircolatorio) ed per ottenere un risparmio economico, visto che i prezzi sono decisamente ben lontani da quelli delle specie ritenute più pregiate e ricercate.
il 75% degli stock ittici nei mari europei è sottoposto a pesca eccessiva; nel solo Mediterraneo, l'iperpescato riguarda l'82% degli stock. 7 delle prime 10 specie marine pescate (tra cui: tonno, pesce spada, merluzzo, sogliola, polpo, seppia, ecc.) – che insieme rappresentano circa il 30% di tutta la pesca di cattura – sono sfruttate al massimo della loro capacità o in eccesso.
Questo perché abbiamo pescato e stiamo pescando più di quanto le popolazioni ittiche siano in grado di riprodursi.
Per un aiuto nelle scelte la guida del WWF Link alla guida "Sai che pesci pigliare"
5 Privilegia prodotti biologici
L´agricoltura biologica è un metodo di produzione che non solo consente di disporre di cibi più sani e saporiti ma che comporta anche una serie di benefici ambientali. Rispetto ai cambiamenti climatici in atto, è noto come le coltivazioni biologiche siano in grado di migliorare fortemente la capacità dei suoli di assorbire e fissare il carbonio, sottraendo così anidride carbonica dall´atmosfera. Un campo coltivato con metodo biologico sequestra oltre 5 volte il carbonio di uno coltivato con metodologie convenzionali (basato su monocolture, arature profonde, con l´uso di diserbanti, concimi e pesticidi). Alle pratiche agricole biologiche sono anche solitamente associati minori consumi di energia dovuti all´impiego di tecniche e macchinari meno energivori rispetto a quelli usati nelle coltivazioni convenzionali.
In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, insetticidi, pesticidi) ma si provvede alla difesa delle colture in via preventiva e con tecniche di coltivazione appropriate che si avvalgano per esempio della rotazione delle culture, appropriata scelta delle varietà per competere con le erbe infestanti e per resistere alle malattie, etc.
L'agricoltura biologica, proibendo l'uso di fertilizzanti chimici e i pesticidi per le piante, antibiotici e ormoni per gli animali, riduce significativamente il rischio di contaminazione dei corsi d'acqua e di bioaccumulo di sostanze tossiche nella rete alimentare. Viene inoltre messa in atto una riduzione dell´irrigazione intensiva contribuendo a salvaguardare le risorse idriche, dal momento che oggi l´agricoltura in Italia è responsabile di oltre il 60% dei consumi idrici nazionali.
Privilegia varietà locali di piante e razze autoctone di animali (proibendo l'uso di organismi geneticamente modificati), preservando così la diversità genetica delle specie addomesticate, permettendo anche alle specie selvatiche di integrarsi alle pratiche agricole e contribuendo alla conservazione degli habitat e delle specie. Nella zootecnia biologica è la forte l'attenzione ad aumentare il benessere degli animali, creando ambienti più adatti alle specie animali con giacigli e stalle adeguate, accesso all'aria aperta, cibo appropriato e divieto di stabulazione fissa.
6 Riduci gli sprechi: se l´hai acquistato, mangialo.
I numeri dello spreco in Italia sono impressionanti: ogni anno finiscono nella spazzatura 12 miliardi di euro e 20 milioni di tonnellate di cibo ancora buono, di cui 250.000 tonnellate di carne. Le famiglie italiane gettano il 17% dei prodotti ortofrutticoli e il 35% dei prodotti di derivazione animale (uova, carne, latte e formaggi) per un valore di 560 euro l´anno a famiglia. Il principale motivo di questo spreco è la disattenzione: si acquistano quantità maggiori del necessario e non si conservano correttamente i prodotti. Non solo quindi una grossa perdita di denaro: sprecare inquina e ha un elevato impatto ambientale. La produzione di un alimento, richiede infatti grandi quantità di terra, energia e acqua che vanno perse nel momento in l'alimento viene gettato via. Non solo, se consideriamo tutti i passaggi che quell'alimento fa dall´azienda alla forchetta, bisogna includere tutte le fasi di produzione, trasformazione, distribuzione, passaggi tutti con elevati impatti ambientali. Se il cibo viene gettato nel cassonetto indifferenziato (e non nel cassonetto dell´organico) si ha un ulteriore spreco in quanto, non venendo avviato alla produzione di compost, non può essere recuperato come fertilizzante naturale e produce anche un impatto aggiuntivo dovuto all'incenerimento.
Acquista e prepara solo il cibo che hai la certezza riuscirai a mangiare, se non riesci a finire tutto, conserva gli avanzi in frigorifero e consumali il giorno successivo, sempre previo riscaldamento a temperatura elevata (70-75°C) per qualche minuto.
7 Cerca di non acquistare prodotti con troppi imballaggi
Ciascun italiano produce oltre 540 kg di rifiuti l´anno, per un costo medio di gestione di 246 euro per famiglia.
Circa il 40% dei rifiuti è costituito da imballaggi. Tutto quello che, infatti, acquistiamo (bibite, prodotti per la casa e per l´igiene personale, conserve, pane, ecc.) per poter arrivare sullo scaffale del supermercato e poi nelle nostre case ha bisogno di essere impacchettato o confezionato. Gli imballaggi però, una volta giunti nelle nostre case e conclusa la propria funzione di "protezione e trasporto", si trasformano in rifiuti da smaltire. Il problema dei rifiuti non si risolve intervenendo a valle, su ciò che deve essere smaltito, è necessario cercare di limitare a monte la quantità di scarti prodotti. Come consumatori possiamo scegliere di acquistare merci con meno imballaggi, ricordando che questi rappresentano un costo a carico dell´ambiente in quanto richiedono risorse (energia, acqua, materie prime) per essere prodotti e hanno impatti sulle emissioni di gas serra, sulla biodiversità e salute umana.
In quest´ottica diventa quindi importante imparare a preferire i formati più grandi piuttosto che le monodosi per ridurre la produzione di imballaggi per quantità di cibo consumato. Inoltre gli imballaggi incidono notevolmente sul costo del prodotto finito, anche a livello del prezzo.
La chiave di volta del futuro, per la drastica riduzione dei rifiuti, passa necessariamente il passaggio ai prodotti sfusi e alla spina (in cui i consumatori si recano nei punti vendita muniti di un contenitore che poi riempiranno grazie al sistema dei dispenser) che puntano a ridurre rispettivamente i contenitori necessari o a permetterne il riutilizzo. Queste metodologie di vendita dovrebbero diventare pratica diffusa per la gran parte dei prodotti (frutta,verdura, detersivi, latte, pasta, acqua minerale e quant´altro).
8 Cerca di evitare i cibi eccessivamente elaborati
I piatti pronti hanno fatto registrare, tra tutti gli alimentari, il record di aumento delle quantità acquistate, con una crescita del 10% negli ultimi anni. Nella categoria dei cibi elaborati, i consumi di verdure pronte sono triplicati negli ultimi 10 anni, arrivando nel 2010 ad essere presenti nel carrello di 1 italiano su 2, soprattutto insalate pronte. Nel 2008, il volume del mercato dell'ortofrutta pronta per l'uso, la cosiddetta "quarta gamma", è stato pari a 90 milioni di chili per una spesa di 700 milioni di euro.
Questa tipologia di alimenti che include anche sughi, surgelati, caffè in cialde, piatti pronti refrigerati, barrette di cereali, frutta già tagliata in vaschetta e prodotti light ha impatti molto elevati, prioritariamente dovuti alle richieste di energia nelle fasi di produzione e conservazione. Basta a tal fine citare la «catena del freddo» per la conservazione degli alimenti surgelati. Le emissioni di CO2 per la generazione del freddo derivano sia dall'elevato consumo energetico di corrente degli impianti, sia da emissioni dirette, dovute cioè alle perdite di refrigeranti anch'essi capaci di contribuire all'effetto serra.
Per valutare l'impatto dei principali alimenti, un indicatore del livello di insostenibilità del sistema alimentare contemporaneo è dato dal rapporto fra l´energia consumata per la preparazione di un alimento e l´apporto energetico dell´alimento stesso. Se nel 1910, nelle società pre-industriali, il suddetto rapporto era all´incirca unitario (tanta energia veniva spesa tanta ne restituiva l´alimento), oggi, in alcuni casi si arriva a superare quota 100, soprattutto se si includono i costi di trasporto, che vuol dire che per produrre un alimento viene utilizzata 100 volte più energia di quanta questo ne fornisca nel momento in cui viene consumato. È evidente dunque l'importanza di essere consapevoli delle conseguenze esplicite ed implicite di natura ecologica, sociale ed economica delle proprie scelte alimentari.
Non si deve rinunciare a tutto, ma provare a sostituire qualche snack con un frutto fresco e rimettersi qualche volta in più ai fornelli, per non perdere la conoscenza delle caratteristiche e proprietà dei cibi che si portano a tavola e delle tradizioni culinarie italiane.
9 Bevi l’acqua del rubinetto
É invece un dato di fatto come l'acqua imbottigliata determini un enorme aumento dei cicli di produzione e smaltimento dei contenitori in plastica (solitamente in PET, la bottiglia, e in differente polimero, il tappo), nonché un inquinamento dovuto alle operazioni di trasporto, principalmente effettuate su gomma. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale è assolutamente insensato trasportare, per i normali consumi familiari, bottiglie di acqua da una parte all'altra del nostro Paese spostandole per migliaia di chilometri così come altrettanto insostenibile appare la mole di rifiuti che ogni anno deve essere gestita, spesso con operazioni di smaltimento fortemente inquinanti.
La migliore acqua da bere non si trova necessariamente in una bottiglia, se vogliamo bere acqua pura dobbiamo porre maggiori sforzi nel proteggere fiumi, laghi e falde idriche e investire in modo che tale acqua arrivi in modo sicuro alle case del consumatore attraverso i rubinetti.
10 Evita gli sprechi anche ai fornelli
Occhio alla fiamma: è importante scegliere pentole e fornelli proporzionati tra di loro, infatti solo il calore che raggiunge il fondo della pentola è utile alla cottura...se la fiamma va oltre i bordi spreca energia, oltre a bruciare i manici,!
Ultimo ma non meno importante, per le cotture lunghe è bene utilizzare la pentola a pressione, capace di dimezzare i tempi e gli sprechi di energia.