Da circa quattro anni un gruppo di nonni e nonne s'incontrano alla Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi, gestita dal WWF, per coltivare il loro orto biologico. Mentre vangano, zappano, seminano, parlano tra loro del tempo meteorologico, di come limitare i danni dei parassiti, di chi votare alle prossime elezioni.
Spesso ad interromperli arrivano gruppi di alunni e scolaresche in visita al Centro di Educazione Ambientale "Sergio Romagnoli". I nonni gli accolgono sempre con molto entusiasmo e gli spiegano i segreti dell'orto, gli attrezzi da lavoro, le verdure di stagione, divagando spesso su ricordi della loro infanzia e qualche detto tipico. Questo è il progetto "Il nonno coltiva: adotta un orto biologico" che ha preso avvio presso la Riserva Regionale di Ripa Bianca a novembre del 2008 e che sta continuando a pieno ritmo.
Molte delle persone anziane che vivono a Jesi hanno avuto un passato in campagna e spesso sono state trapiantate in città per motivi lavorativi o famigliari, senza avere avuto più l'opportunità di esprimersi nei lavori agricoli. Molti di questi hanno conservato nel loro cuore e nella loro memoria quel legame diretto con la terra che era stato vissuto in gioventù: un ricordo ancora vivo e radicato nella cultura del saper fare e del rendersi utile che però, più l'età avanza, più diventa uno di quei nodi che generano tristezza e avvilimento all'anziano che si sente inutile. Saperi preziosi e memorie uniche si stanno inoltre perdendo sempre più, e sempre più labile è il passaggio generazionale di conoscenze e testimonianze. Allo stesso tempo, infatti, le nuove generazioni sono sempre più distanti dal loro contesto territoriale e a temi legati al paesaggio, all'agricoltura, alla cultura contadina, all'alimentazione sana. Questo progetto si propone proprio di rimettere in comunicazione generazioni differenti e ridare un ruolo, che un tempo era fondamentale, all'anziano come detentore di saperi.
Attraverso un bando, rigorosamente riservato agli over 60, sono stati selezionati nove nonni che hanno "adottato" un pezzetto di terra in cui poter fare un proprio orto, seguendo i principi del biologico indicati dal personale della Riserva. La persona beneficia dei prodotti del proprio orto e deve essere altresì disponibile a interagire con le scuole in visita e in progetti didattici.
Il progetto dell'orto sociale biologico sta diventando col tempo sempre più entusiasmante: gli orti sono coltivati con grande cura e passione e si sono rilevati fantastici strumenti educativi. Molti sono stati i progetti di educazione alimentare implementati con le scuole e attività didattiche legate all'orto rivolte anche ad adulti e famiglie.
I nonni hanno fatto amicizia tra loro, con il personale della Riserva e con i visitatori abituali. Si è creata una socialità alternativa, un punto d'incontro differente rispetto a quello che potrebbe essere il bar o la piazza cittadina. L'esperienza "Il nonno coltiva: adotta un orto biologico" conferma il forte valore educativo, sociale, esperienziale, cognitivo, culturale che si racchiude nella semplice pratica del "fare l'orto".
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