Anche le scuole stanno velocemente trasformandosi anche in luoghi di “coltura” oltre che cultura. Tanti i prodotti che possono essere cresciuti e consumati durante l’anno scolastico. Un’Italia orticultrice e giardiniera potrebbe contrastare l’analfabetismo ecologico e il consumismo dilagante, comprendendo il valore della biodiversità anche in città.
Gli orti urbani, oltre ad essere spazi di natura nella città, spazi dimenticati e riutilizzati per la produzione di ortaggi, hanno anche un altro importante ruolo. Costituiscono un punto di incontro per la comunità, un tentativo di riequilibrare i ritmi frenetici imposti dalla società moderna, che sostituisce le scarse relazioni spesso estemporanee con legami più veri e sinceri. L'orto sociale è di per sé una forma di gestione partecipata dello spazio. Non sono solo degli spazi privati coltivati fini a se stessi. Infatti molti comuni o associazioni, danno alla gestione degli orti un approccio sociale e paesaggistico. Facendo leva sul fatto che il paesaggio è bene pubblico si può comprendere come l'attività dei coltivatori urbani non debba avere il solo e pur nobile scopo di autoproduzione di cibo
fresco, genuino, stagionale e naturale.
Molte scuole che seguono i programmi di educazione ambientale WWF hanno lavorato su questi temi: la scuola Elementare di Vicobellignano (Panda Club), vincitrice del concorso “La tua ricetta per l’ambiente 2012” ha proposto ricette a partire dai prodotti dell’orto scolastico.
Tra i materiali prodotti, focalizzati sul concetto dell’Oasi a scuola, le schede su come aumentare la biodiversità ricostruendo ambienti naturali negli spazi di competenza della scuola wwf.it/educazione