La produzione di cibo esercita forti pressioni sul nostro Pianeta. Per questo negli ultimi anni il WWF ha posto un'attenzione sempre maggiore agli impatti ambientali delle filiere di produzione del cibo e allo sfruttamento di risorse che ne deriva a livello nazionale e internazionale.
Le emissioni di gas climalteranti generati durante la produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti, l'elevato consumo idrico connesso alla coltivazione di molte specie agricole, la deforestazione e il degrado del suolo, la distruzione di alcuni habitat preziosi rappresentano solo alcuni dei principali impatti ambientali collegati alla filiera agroalimentare.
Il dialogo con il mondo delle imprese – retailers/grande distribuzione, produttori e fornitori - al fine di costruire modelli di produzione meno impattanti è un dei tasselli chiave della strategia WWF.
Questa azione ha una connessione con il programma Market Transformation, l'iniziativa promossa dal WWF a livello internazionale che ha l'obiettivo di alleggerire, in termini di utilizzo di risorse naturali, la pressione esercitata su alcune delle regioni più importanti del Pianeta.
Come?
➢ Orientando i modelli di produzione e approvvigionamento delle risorse naturali/ commodities (caffè, olio di palma, prodotti ittici, ecc.)
➢ Contribuendo alla creazione di una domanda di prodotti con minor impatto ambientale.
Nell'ambito di questa iniziativa WWF Italia ha realizzato il rapporto "Market Transformation – Sostenibilità e mercati delle risorse primarie"
che analizza quattro "commodities" prioritarie per il mercato italiano, due delle quali (caffè e olio di palma) sono produzioni destinate all'alimentazione.
Cosa puoi fare con Noi
1. Ridurre le emissioni di gas climalteranti
Le emissioni di gas climalteranti generate durante la produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti, rappresentano una delle principali issue ambientali connesse al settore food.
WWF ha attivato una specifica linea di lavoro rivolta alle imprese che prevede l'attivazione delle aziende per lo sviluppo di politiche orientate alla riduzione dei consumi energetici e delle relative emissioni, attraverso un miglioramento della sostenibilità dei processi.
L'impegno di Mutti per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti >>
Maggiori informazioni sul lavoro del WWF con le imprese su clima ed energia >>
2. Ridurre i consumi idrici
Il Consumo di acqua legato alla produzione di molte colture ha un impatto significativo sull'ambiente.
Negli ultimi anni il problema dell'utilizzo idrico è diventato un tema cruciale nel dibattito sulla sostenibilità globale, anche alla luce della crescente carenza idrica planetaria. Tra gli indicatori che considerano il livello di sostenibilità dell'azione aziendale sui sistemi naturali negli ultimi anni è accresciuta l'importanza della Water Footprint (Impronta idrica).
Il WWF ha avviato un programma specifico che fornisce alle aziende un supporto scientifico, tecnico e gestionale per analizzare il consumo idrico e definire interventi che riducano la water footprint aziendale.
Il WWF inoltre ha lanciato a livello internazionale il 'Water Risk Filter (link a Waterriskfilter.panda.org), un guida globale on line che, mappando i bacini idrici mondiali e classificandone la vulnerabilità, consente a grandi imprese e investitori di valutare e mitigare i rischi legati alle risorse idriche, derivanti sia dalla propria filiera produttiva che dal bacino idrico interessato.
L'impegno di Mutti per la riduzione dell'impronta idric >>
Maggiori informazioni sul lavoro del WWF con le imprese su impronta idrica >>
3. Gestire le risorse naturali in modo responsabile
La deforestazione per convertire i terreni in pascoli e il degrado del suolo dovuto a pratiche agricole intensive rappresentano un serio problema ambientale in molte aree del mondo, incidendo gravemente sulla fauna e sugli habitat.
Il WWF promuove verso le imprese percorsi di engagement con l'obiettivo di migliorare, in termini di sostenibilità, le politiche aziendali di gestione e approvvigionamento di specifiche risorse naturali.
I percorsi possono prevedere:
- Sviluppo di progetti locali di formazione degli agricoltori;
- Sviluppo di percorsi di adozione di schemi di certificazione che garantiscano il minor impatto e la trasparenza delle filiere di produzione;
- Partecipazione alle iniziative multistakeholder che lavorano a livello internazionale per creare momenti di confronto con l'obiettivo di promuovere una sempre minore insostenibilità dell'approvvigionamento delle risorse.
Tra queste iniziative ricordiamo il Marine Stewardship Council (MSC), che rappresenta lo schema di certificazione per la pesca sostenibile e ad oggi è presente su oltre 2.000 prodotti e coinvolge più di 140 imprese ittiche, coprendo il 4,1% del mercato mondiale annuo, un mercato attualmente stimato in un valore di oltre 1,5 miliardi di dollari. www.msc.org
Altre importanti iniziative multi-stakeholder (alcune in fase di finalizzazione) sono: Round Table on Sustainable Palm Oil (RSPO), Roundtable on Responsible Soy, Better Sugarcane Inititative, Salmon Dialogue, Aquaculture Dialogues.
WWF partecipa alle roundtable con l'obiettivo di innalzare sempre più il livello delle performance richieste alle imprese per ottenere e mantenere le certificazioni.
Il fenomeno dei Corporate gardeners
Già da qualche anno, tra le aziende degli Stati Uniti, è nata una vera e propria moda: creare un orto all’interno degli spazi aziendali. Google e Yahoo sono state le prime a mettere in atto l’idea (e già da qualche anno), ma ora il fenomeno si è davvero esteso, coinvolgendo molte corporations tra cui, a titolo di esempio, Timberland. Lavorare la terra, assicurano tutti, è un modo sano e divertente per rivalutare le aree urbane metropolitane, per combattere lo stress, azzerare le gerarchie aziendali e godere della soddisfazione di tornare a casa con le borse piene di prodotti coltivati con le proprie mani. Del resto, lì la strada è stata tracciata niente di meno che dagli inquilini della Casa Bianca: come è noto, dal 2009 Michelle Obama ha creato un piccolo orto alla Casa Bianca, promuovendo il suo “credo” per il cibo sano e local.
Quest’interesse si sta sviluppando anche in Italia, dove è nata Orti d'Azienda una Onlus che propone alle aziende orti condivisi per promuovere filiera corta e sviluppo sostenibile. Grazie al supporto di Orti d’Azienda, è nato nel quartiere Ventura Lambrate (zona 3) di Milano il progetto “OrtoVentura”, creato a beneficio dei lavoratori delle gallerie d’arte e degli studi di architettura presenti nel sito. Nell’orto, di circa 50 mq. sono stati piantati ortaggi consociati, erbe aromatiche e fragole. Il progetto OrtoVentura ha reso verdi tetti e sottoscale con piantine di fragole, lattughe e rucola di provenienza locale. I materiali utilizzati per la realizzazione della struttura sono naturali, riciclati e di provenienza locale. Il video che racconta la nascita del progetto http://www.youtube.com/watch?v=iQ42j1X1Dp0.
Anche H-Farm – l’affermato Venture Incubator che opera a livello internazionale in ambito Web, Digital e New Media - dall'inizio del 2012 ha il suo orto. L'H-orto, non poteva che chiamarsi così, si trova nella sede di H-Farm, nella Tenuta Ca' Tron nel comune di Roncade, in una zona da sempre votata all'agricoltura e che produce ortaggi d'eccellenza come il radicchio di Treviso. Nell'H-orto vengono coltivati ortaggi in modo biologico e naturale, in un'alternarsi di raccolti che seguono i ritmi stagionali e la rotazione delle colture, il tutto grazie agli strumenti messi a disposizione da Grow the Planet, la community dedicata alla coltivazione dell’orto e alla sostenibilità ambientale. I prodotti coltivati nell'H-orto vengono consumati nella mensa di H-Farm.
Il WWF si augura che questo fenomeno continui a crescere e per questo ha avviato il progetto “Coltiviamo la Natura in azienda“.
Mutti, in collaborazione con WWF e con il supporto dell'Università della Tuscia, ha effettuato l'analisi dei consumi idrici della propria produzione (dalla coltivazione del pomodoro al prodotto finito) e ha definito alcuni scenari di riduzione dei propri impatti ambientali.
Nell'ambito del partenariato WWF- IKEA quest'anno si è deciso di dedicare una particolare attenzione al settore food, con una progettualità integrata che ha l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul tema dell'alimentazione sostenibile e coinvolgerli attivamente nel sostegno al programma WWF "Terre dell'Oasi".
La Casa Vinicola Caldirola, coerentemente con il percorso di collaborazione avviato negli ultimi due anni con WWF Italia, ha deciso nel 2012 di avviare una nuova linea di vino biologico, Caldirolabio.