Il petrolio nel cibo

Tweet

Molto probabilmente nessun'altra sostanza ha cambiato le società e influito sullo stato di salute del pianeta in così poco tempo come il petrolio. Il petrolio è diventato una parte vitale dell'industria, dell'agricoltura e del tessuto sociale in genere.

L'attuale produzione agricola comporta impatti sempre più gravi nei termini di perdita e trasformazione del suolo, impoverimento delle risorse idriche, aumento del riscaldamento globale per l'ampio utilizzo dei combustibili fossili. Ma quanto la moderna agricoltura dipenda dal petrolio non è così conosciuto. Se è ovvio l'impiego come combustibile nei macchinari agricoli e nelle pompe di irrigazione, il resto è spesso sconosciuto.

I combustibili fossili grezzi costituiscono la base per i fertilizzanti per mezzo dei quali i raccolti vengono incrementati, nonché per i pesticidi usati per proteggere i raccolti dagli insetti e dalle malattie e per controllare le erbe infestanti che competono con le coltivazioni. I fertilizzanti più usati sono composti di azoto e che viene ricavato dal gas naturale. La forte dipendenza include anche tutto il ciclo di lavorazione industriale il cibo, la sua conservazione, l'impacchettamento e il trasporto da una parte all'altra del pianeta. Il petrolio ed il gas naturale rendono possibile tutto ciò.

Si calcola che per ogni caloria di cibo che consumiamo vengano utilizzate da sette a dieci calorie di energia proveniente da fonti fossili.

Ma il petrolio è una risorsa limitata e la stiamo usando con velocità esponenziale. Siamo alle soglie dell'esaurimento del petrolio a buon mercato: il combustibile fossile che ha tenuto in piedi la nostra società industriale. Il picco del petrolio potrebbe coincidere con un possibile picco del cibo, considerata la forte dipendenza. Oggi, molti di noi sono abituati a mangiare alimenti cresciuti fuori stagione e in regioni lontane. Quando andiamo al supermercato, raramente riflettiamo sul consumare frutta proveniente da Messico, Indonesia o Spagna, ortaggi coltivati in California o in Argentina, formaggi dalla Danimarca o dalla Grecia, oltre a tantissimi altri alimenti che hanno attraversato il mondo per raggiungere la nostra tavola.

La diversità e gli stili delle cucine moderne, ritrovabili in praticamente tutte le città, sono stati resi possibili dall'Età del Petrolio. Ma non solo anche il cambiamento dell'alimentazione di moltissime popolazioni porta la richiesta di cibo a picchi ancora meno sostenibili. In particolare l'eccessivo consumo di carne anche da parte delle economie emergenti potrebbe portare una grave criticità. Le nuove economia come Cina e India stanno facendo passi da gigante e con esse anche la dieta che passa da essere principalmente basata sui cereali a ricca di carne. In Cina, dai 20 kg pro-capite di carne l'anno del 1980, si è passati agli oltre 50 kg attuali, e i dati sono in continuo incremento.

La carne è un alimento dispendioso da ogni punto di vista: per produrre capi di bestiame che diventeranno bistecche, occorre dar loro grano e sviluppare delle colture. Sfamare il mondo è indispensabile e quanto mai urgente. Ma è indispensabile e urgente anche slegare la produzione agricola dalla petrolchimica e dall'impiego di così elevate quantità di energia. La tecnologia non può rimpiazzare risorse naturali essenziali quali il cibo, le foreste, il terreno, l'acqua, l'energia e la biodiversità. E' necessario mettere in atto uno sviluppo responsabile che veda ogni categoria sociale e ogni individuo dare il proprio contributo per attivare il cambiamento. Una rivoluzione culturale che porti le società umane a vivere bene entro i limiti ecologici dell'unico Pianeta che abbiamo.

Letto 808 volte