I paradossi dell'alimentazione umana

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Viviamo in un tempo caratterizzato da forti paradossi in ambito alimentare: la FAO nei rapporti sullo stato dell'insicurezza alimentare nel mondo, ricorda come il numero di denutriti sulla Terra si aggiri, da qualche anno, intorno al miliardo di persone e potrebbe subire nuovi incrementi connessi gli effetti provocati dagli sbalzi dei prezzi dei beni alimentari di base sui mercati internazionali. Nell'altra parte del mondo, gli obesi hanno raggiunto numeri analoghi. Ne consegue che oltre 2 miliardi di persone sono mal-nutrite, mangiano troppo o troppo poco con gravi problemi economici, ambientali, sociali e sanitari.

Lungo la filiera alimentare si spreca un quantitativo di cibo che permetterebbe di sfamare due terzi della popolazione mondiale: tutto questo cibo diventa invece rifiuto ancora una volta con enormi ripercussioni ambientali oltre che economiche.

Nel 2011 sempre la FAO ha pubblicato dati sulla perdita di cibo lungo le filiere alimentari mondiali e sul cibo letteralmente "buttato via" da noi abitanti dei paesi ricchi. I dati non possono che farci riflettere. Ogni anno nel mondo si perdono un miliardo e 300 milioni di tonnellate di cibo; ogni anno i consumatori dei paesi ricchi buttano via una quantità di cibo, stimato in 222 milioni di tonnellate comparabile all'intera produzione alimentare dell'Africa sub-sahariana, calcolata in 230 milioni di tonnellate

Ad oggi quasi la metà della produzione agricola mondiale viene utilizzata come mangime per gli animali che costituiscono la base di carne per l'alimentazione umana; inoltre il consumo medio di carne è previsto possa passare dai 37,4 kg/pro capite/annui ad oltre i 52 kg/pro capite/annui al 2050. La perdita di calorie che risulta dall'alimentare gli animali da carne con prodotti cerealicoli, invece di utilizzare direttamente i cereali come cibo per gli individui, equivale alle necessità di calorie per più di 3,5 miliardi e mezzo di esseri umani.

A livello globale, i prezzi per gli alimenti hanno subito forti spinte al rialzo e continui andamenti imprevedibili, sostenuti dalla crescita della domanda di carne in Asia, di grano in Africa, di biocombustibili in Europa e America del Nord e da altri fattori. In futuro, è poi probabile che il cambiamento climatico possa aggravare tali pressioni, rendendo più difficile la situazione per gli agricoltori e per tutto il genere umano.

Mentre una parte del Pianeta è stretta nella morsa della siccità e dell'avanzare della desertificazione (che colpisce proprio quelle regioni storicamente poco toccate dal problema), sulle pagine di tutti i quotidiani si riportano gli ingenti danni economici provocati all'agricoltura dalle alluvioni, che devastano intere coltivazioni.

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