La biodiversità è il pilastro fondamentale della produzione alimentare: assicura cibi vari e validi sotto il profilo nutrizionale, garantisce sistemi produttivi resilienti (si pensi al cambiamento climatico) e resistenti alle malattie, sostiene un ventaglio di varietà fondamentale per il futuro della nostra stessa sopravvivenza. La diversità degli ecosistemi e delle specie è, oggi, sempre più sottoposta alle pressioni esercitate dalla nostra popolazione che aumenta velocemente, consuma sempre di più, altera e degrada l’ambiente. Molte specie selvatiche rischiano l’estinzione a causa di una gestione insostenibile dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca. In Tailandia, il tasso di abbattimento delle mangrovie è probabilmente più alto di qualunque altro tipo di foresta al mondo. Tra le principali cause di questa deforestazione c’è l’allevamento di gamberetti, il più prezioso prodotto del mare commercializzato al mondo. In Indonesia, Malesia, Amazzonia e nel Cerrado vaste aree di foresta vengono distrutte per produrre importanti materie prime del mercato nazionale e internazionale, come l’olio di palma, il caffè e la soia. Se gli oranghi sono diventati il simbolo della lotta all’espansione delle piantagioni di palma da olio, questi stessi luoghi sono l’habitat di altre specie minacciate tra cui l’elefante, il rinoceronte, la tigre, che vedono il proprio habitat distrutto dalle coltivazioni. Il WWF lavora per creare delle filiere globali “sostenibili” – o meglio meno insostenibili – attraverso lo sviluppo e l’applicazione di modalità di allevamento, coltivazione e gestione delle risorse ittiche, agricole, forestali basate sul rispetto della biodiversità, degli equilibri naturali e dei diritti delle comunità umane minacciati dalla sistemi di produzione non responsabili.